EUROPEI UNITE

Un Consiglio Affari generali non banale tra aggiornamento del regime sanzionatorio, modifiche al Quadro finanziario pluriennale, inasprimento dei controlli alle frontiere esterne e lotta al terrorismo

10 March 2017
Categoria: Affari generali,

1. Brevi considerazioni iniziali. – Il 7 marzo 2017 si è svolto a Bruxelles la riunione del Consiglio Affari generali dell’Unione europea presieduta da Louis Grech, ministro per gli Affari europei di Malta. Per l’Italia ha partecipato Sandro Gozi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. I temi dibattuti e le decisioni adottate hanno riguardato diverse questioni, anche molto importanti per il futuro dell’Ue, tra cui la preparazione per il Consiglio europeo del 9-10 marzo, il contributo dato al semestre europeo da cinque formazioni del Consiglio (di cui dopo si dirà), lo stato dell’arte dell’attuazione dell’accordo Legiferare meglio, l’adeguamento della dotazione finanziaria per il Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, la modifica delle sanzioni relative a delle situazioni in alcuni Stati africani e in Afghanistan.

2. Preparazione del Consiglio europeo. – La bozza di conclusioni che il Consiglio europeo si troverà a discutere il 9 e 10 marzo, preparata dalla sua presidenza e dalla presidenza maltese del Consiglio, riguarderà innanzitutto il grosso tema dell’occupazione, della crescita e della competitività. Nello specifico i capi di Stato e di governo discuteranno del modo in cui garantire la sostenibilità della crescita economica negli Stati membri, esamineranno l’attuazione delle riforme strutturali da parte di questi ultimi, inviteranno le altre istituzioni competenti ad estendere il Fondo europeo per gli investimenti strategici, faranno una valutazione della politica commerciale comune e esamineranno i progressi compiuti sulle priorità legislative e strategiche, tra cui l’approfondimento del mercato unico. L’altro tema che sarà all’ordine del giorno del Vertice riguarderà la valutazione dell’attuazione delle sue conclusioni del dicembre 2016 e rifletterà su come è possibile rafforzare la sicurezza e la difesa dell’Europa per migliorare la protezione dei cittadini degli Stati membri. Anche il nodo dell’immigrazione impegnerà l’istituzione presieduta da Donald Tusk, che sarà chiamata a fare il punto della situazione circa l’attuazione delle misure concordate dai leader dell’Ue il 3 febbraio 2017 volte a interrompere il flusso dei migranti nella rotta del Mediterraneo centrale. Infine, per ciò che attiene alle relazioni esterne dell’Unione, l’agenda prevede la discussione sulla situazione nei Balcani occidentali.

3. Aggiornamento del regime sanzionatorio. – Le Conclusioni del Consiglio hanno riguardato anche un aspetto fondamentale dell’azione esterna dell’Unione ossia i provvedimenti sanzionatori adottati nei confronti di determinati individui e persone giuridiche sulla base delle decisioni prese in tal senso dalle Nazioni Unite. A tal proposito, sulla base degli aggiornamenti stabiliti dai Comitati delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, i ministri europei hanno modificato le misure restrittive a carico di taluni soggetti e entità del Sudan, del Sudan del Sud, della Repubblica Centrafricana, della Somalia, della Repubblica Democratica del Congo, della Guinea-Bissau e dell’Afghanistan che, a seconda delle situazioni, si rendono protagonisti di azioni quali porre degli ostacoli ai processi di pace in corso in paesi attraversati da conflitti, minacciare la stabilità di un paese o dell’intera regione, perpetrare violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, impedire le transizioni e i processi politici pacifici o ancora appartenere ai Talebani, organizzazione terroristica che minaccia gravemente la pace, la stabilità e la sicurezza dell’Afghanistan.

4. Semestre europeo. – I ministri hanno anche esaminato una relazione di sintesi presentata dalla presidenza del Consiglio riguardante il contributo dato all’attuazione del programma del semestre di presidenza europeo di Malta da parte di cinque formazioni del Consiglio ossia il Consiglio Affari economici e finanziari, il Consiglio occupazione, politica sociale, salute e consumatori, il Consiglio competitività, il Consiglio ambiente e il Consiglio istruzione, gioventù, cultura e sport. La relazione mette in risalto, tra le altre cose, che le ultime previsioni della Commissione sono state sostanzialmente confermate in quanto le economie dei 28 Stati membri attualmente stanno crescendo (a tassi superiori nei paesi non appartenenti all’eurozona). Il report, comunque, non si limita a fotografare questa situazione, ma incoraggia gli Stati membri a proseguire sulla strada delle riforme per consolidare e rafforzare i segnali di ripresa in corso.

5. L’Accordo Legiferare meglio. – La riunione in parola ha rappresentato anche l’occasione per la presidenza maltese di informare i ministri dei progressi nell’attuazione dell’accordo interistituzionale relativo a un migliore processo decisionale e legislativo in ambito Ue, concluso l’anno scorso dalla Commissione, dal Parlamento europeo e dal Consiglio stesso. È stato ricordato che questa tipologia di accordo ha il fine ultimo di migliorare il modo in cui il legislatore europeo garantisce ai propri cittadini e imprese delle norme e in generale un quadro giuridico più semplice, trasparente e chiaro, limitando al minimo l’impatto negativo degli eccessivi oneri derivanti dalla burocrazia e dalle troppe regole. La presidenza maltese si è concentrata soprattutto sull’imminente scambio di opinioni con la Commissione e il PE circa l’attuazione della dichiarazione congiunta conclusa a fine 2016 e riguardante le priorità legislative dell’Unione per il 2017. In prima battuta queste dovranno riguardare sei settori prioritari di intervento ossia l’occupazione, la crescita e gli investimenti, il pilastro sociale europeo, la sicurezza, la riforma della politica migratoria, il mercato unico digitale e, infine, l’energia e il clima.

6. Gli aggiustamenti al Quadro finanziario pluriennale. – Un tema della massima importanza che è stato affrontato e che ha registrato l’accordo del Consiglio ha riguardato la modifica del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Ue, da aggiornare sulla base delle nuove priorità stabilite dalle istituzioni comunitarie, in primis dalla Commissione. I cambiamenti hanno riguardato soprattutto quegli ambiti che l’Ue e le sue istituzioni politiche da mesi hanno indicato come strategici per il presente e il futuro dell’Unione, oltre che per la vita quotidiana dei cittadini europei, ossia la risposta alla crisi dei migranti, il rafforzamento della sicurezza e il rilancio della crescita e dell’occupazione. In base a queste tre linee prioritarie di intervento il Consiglio ha deciso di aumentare la dotazione finanziaria di alcuni programmi e azioni per un investimento complessivo di 6 miliardi EUR per il periodo 2017-2020, quando cioè giungerà a termine l’attuale periodo di programmazione pluriennale. Dei 6 miliardi EUR di incremento 2.55 mld EUR sono stati stanziati per affrontare in maniera più efficace la questione dell’immigrazione, rafforzare la sicurezza e potenziare i controlli alle frontiere esterne, 1.39 mld EUR per fronteggiare le cause profonde della migrazione e 2.08 mld EUR per sostenere e aiutare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro andando ad accrescere il budget di quei programmi considerati dall’Ue a forte impatto come l’Iniziativa per l’occupazione dei giovani (+1.2 mld EUR), Horizon 2020 (+200 milioni EUR) e Erasmus+ (+100 milioni EUR). Infine, il QFP è stato modificato anche nella parte relativa alla capacità dell’Ue di rispondere più velocemente alle esigenze impreviste. Per questo il tetto destinato alla riserva per gli aiuti d’urgenza e agli strumenti di flessibilità sarà aumentato dagli attuali 23 milioni EUR a 145 milioni per il periodo 2017-2020. A questo punto il regolamento che modifica il QFP dovrà essere approvato dal PE e poi tornerà al Consiglio dove sarà richiesta l’unanimità per la sua adozione.

7. Rafforzare la sicurezza interna attraverso un pacchetto di azioni. – L’ultimo punto fondamentale affrontato dal Consiglio ha riguardato la dimensione della giustizia e degli affari interni. Il tema di fondo è stato come potenziare la sicurezza degli Stati membri e quindi dei suoi cittadini. Il Consiglio in tal senso ha adottato un emendamento al Regolamento (Ue) 2016/399 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 che istituisce un codice unionale relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (il c.d. codice frontiere Schengen). L’emendamento apporta delle sensibili modifiche all’art. 8 del Regolamento in questione, inasprendo de facto e de jure i controlli alle frontiere esterne anche per i cittadini degli Stati membri dell’Ue che godrebbero del diritto alla libertà di movimento. Se la formulazione originaria della norma prevedeva «una verifica minima» dei documenti e quindi dell’identità del soggetto, la nuova disposizione prevede controlli più penetranti come l’obbligo di ricevere determinati controlli (nella formulazione inglese della norma espresso con la locuzione «shall be») quali: (a) la verifica dell’identità e della nazionalità della persona e l’autenticità e la validità dei documenti di viaggio per attraversare la frontiera, anche ricorrendo alla banche dati del Sistema di informazione Schengen (SIS), dell’Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti (SLTD) e nazionali contenenti informazioni sui documenti di viaggio non validi, rubati, smarriti e o appropriati indebitamente; (b) la verifica che la persona che gode del diritto alla libertà di movimento nel quadro dell’ordinamento dell’Ue non sia ritenuta una minaccia all’ordine pubblico, alla sicurezza interna, alla salute pubblica o alle relazioni internazionali degli Stati membri. Se dovessero esserci dei dubbi sull’autenticità dei documenti di viaggio o di identità del titolare, deve essere eseguito un controllo su almeno uno degli identificatori biometrici presenti sul passaporto e sui documenti di viaggio.

La seconda decisione importante è stata l’adozione della Direttiva sulla lotta al terrorismo, che va a rafforzare e ad ampliare la portata della legislazione vigente, in particolare la Decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 sulla lotta contro il terrorismo (2002/475/GAI). La Direttiva vieta il transito all’interno, fuori o verso l’Ue per fini terroristici, l’organizzazione e la facilitazione di tali viaggi o spostamenti, l’addestramento finalizzato al compimento di atti terroristici, la messa a disposizione o la raccolta fondi con l’intenzione o con la consapevolezza che saranno destinati all’attuazione di atti terroristici. Inoltre la Direttiva andrà ad integrare e completare la normativa vigente in materia di diritti per le vittime del terrorismo, in quanto prevede il diritto di ricevere l’accesso immediato ai servizi di supporto professionale che erogano trattamenti medici e psico-sociali oppure il diritto di ricevere assistenza legale e via dicendo. Essa rafforzerà i meccanismi di risposta di emergenza subito dopo un attacco.

Per concludere, il Consiglio ha preso altre due decisioni strategiche che riguardano una migliore gestione e un controllo più efficace dei flussi migratori ma anche delle potenziali minacce provenienti dall’esterno. I ministri infatti hanno adottato la decisione che autorizza l’apertura dei negoziati con la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia per concludere un accordo sulle azioni intraprese dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) sui loro rispettivi territori.

8. Brevi considerazioni finali. – Il Consiglio Affari generali appena concluso, insomma, ha avuto un esito non scontato né banale. Per non tornare sulle singole decisioni, si può dire in generale che l’Ue e i suoi governi stanno cercando di fornire delle risposte alle preoccupazioni dei cittadini europei andando a puntellare alcuni settori fondamentali come la sicurezza dalle minacce esterne e dal terrorismo, la gestione degli imponenti flussi migratori, la crescita economica e occupazionale, una procedura legislativa ordinaria e un processo decisionale più semplici e trasparenti per le persone e le imprese. Gli esiti di questo tentativo si potranno valutare meglio tra qualche settimana o mese, ma il tempo per invertire la rotta di una nave che ha più di qualche falla si sta progressivamente riducendo.

Luigi D’Ettorre

 
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