Nella riunione del Consiglio EPSCO, tenutasi lo scorso 16 ottobre a Lussemburgo e presieduta dal Ministro Giuliano Poletti, il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale relativamente all’istituzione di una piattaforma europea contro il lavoro sommerso, al fine di prevenirlo nonché scoraggiarlo efficacemente.
Lo stesso ministro Poletti ha affermato che “il lavoro sommerso rappresenta purtroppo un fenomeno diffuso che ha un impatto negativo su lavoratori, imprese e governi”, palesando la soddisfazione per il raggiungimento di un accordo sulla proposta di creare una piattaforma europea per combattere il lavoro nero .
Secondo quanto proposto, la partecipazione degli Stati Membri nella piattaforma è obbligatoria, come obbligatoria è la presentazione di una lista di iniziative che la Piattaforma potrebbe realizzare.
Ciò nonostante, il Consiglio assicura a tutti gli Stati membri la loro competenza nel decidere sul grado di coinvolgimento nelle iniziative della Piattaforma, nonché la loro autonomia nel decidere le misure da adottare a livello nazionale al fine di mettere in atto i risultati di queste iniziative, anche a seconda delle priorità e delle esigenze, per prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso.
La Piattaforma raggrupperà tutti gli organi di contrasto coinvolti nella lotta contro il lavoro sommerso, quali ispettorato del lavoro e della sicurezza sociale, autorità fiscali, autorità preposte all’immigrazione oltre ai rappresentanti a livello dell’Unione dei datori di lavoro e dei lavoratori.
La natura del lavoro sommerso varia tra i Paesi e variano così anche le misure per fronteggiarlo; pertanto la Piattaforma in questione dovrebbe fornire a ciascun Paese gli strumenti necessari per raggiungere l’obiettivo. Tra i compiti della Piattaforma devono annoverarsi:
– L’inclusione del le misure politiche di analisi finora adottate;
– Lo sviluppo di banche di conoscenza sulle diverse misure;
– Lo sviluppo di strumenti manuali per la cooperazione degli Stati membri;
La Piattaforma dovrebbe operare sulla base di programmi di lavoro della durata di due anni, esponendo in maniera dettagliata le proprie attività che coprono tutti gli aspetti relativi al lavoro sommerso, come il diritto del lavoro, ispettorato del lavoro, salute e sicurezza, sicurezza sociale, fiscale e migrazione.
La Piattaforma informerà regolarmente il Parlamento europeo e il Consiglio sulle sue attività.
Nel corso della riunione, il Consiglio ha inoltre tenuto un dibattito orientativo sulla revisione intermedia della Strategia Europa 2020. Considerata l’importanza fondamentale del rapporto di lavoro e gli obiettivi sociali della Strategia, il lavoro del Consiglio EPSCO risulta un importante contributo alla revisione intermedia.
Gli interventi dei ministri evidenziano che:
– la Strategia Europa 2020 è quella necessaria a lungo termine per l’auspicata crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva;
– non sono necessari nuovi obiettivi né nuovi traguardi, quanto un coordinamento migliore oltre che un equilibrio tra le politiche economiche e fiscali e quelle sociali al fine di ottenere occupazione e coesione social;
– la crisi ha ulteriormente aumentato l’esclusione sociale e la povertà; al fine di superarli, gli Stati membri, nei prossimi cinque anni, dovrebbero adottare misure dal lato dell’offerta, investendo in capitale umano verso giovani con formazione, qualifiche e competenze e facilitando l’accesso dei lavoratori anziani al mercato del lavoro, promuovendo l’uguaglianza di genere;
– tutte le iniziative, compresa quella per l’occupazione dei giovani devono essere attuate nel quadro del semestre europeo.
Per quanto riguarda i progressi verso gli obiettivi della Strategia Europa 2020, l’Unione Europea risulta essere sulla giusta direzione per soddisfare gli obiettivi relativi a istruzione, clima ed energia, ma non ancora per soddisfare quelli che concernono invece occupazione, ricerca e sviluppo e riduzione della povertà.
Nel corso della riunione, il Consiglio ha inoltre approvato la mobilitazione del Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione (FEG) per la Spagna ed il Belgio, mobilitando un importo totale pari ad 1,6 milioni di euro, al fine di fornire sostegno ai lavoratori licenziati in Spagna (633 lavoratori in 142 aziende) ed in Belgio (512 lavoratori in 11 aziende).
Stefania Di Nardo