Si terrà il prossimo 8 ottobre a Milano, presso il MiCo Conference Centre, la conferenza a livello di Capi di Stato e di governo sul lavoro, annunciata nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario dello scorso 30 agosto e chiesto con forza, proprio in quella occasione, da Italia e Francia.
Il “vertice sulla crescita e lavoro”, però, continua ad incontrare non poche resistenze e dubbi e non solo dai cd. “paesi rigoristi”, tanto che erano seguite indiscrezioni di un suo un possibile rinvio, notizia poi smentita.
Il summit si annuncia complesso anche per lo stesso governo italiano, promotore dell’iniziativa, per il quale si avvicina la presentazione della legge di Stabilità e soprattutto la giornata in cui il Jobs Act – la legge delega sul lavoro – affronterà l’esame del Senato con l’incognita della fiducia.Per il premier italiano, quindi, doppia sfida contro i cultori del rigore in Europa, ma anche in casa: il 7, infatti, ci sarà l’incontro con le parti sociali sulla legge delega mentre i sindacati europei [Ögb (Austria), Fgtb e Cgslb (Belgio), Citub (Bulgaria), Dgb (Germania), Gsee (Grecia), Cgt e Cfdt (Francia), Gwu (Malta), Cgtp-In (Portogallo), Tuc (Regno Unito), Ccoo e Ugt-E (Spagna), LoS (Svezia), Uss (Svizzera), Čmkos (Repubblica Ceca), Cgil, Cisl, Uil (Italia)], per prepararsi all’conferenza dei Capi di Stato e di governo sul lavoro, si riuniscono oggi, 6 ottobre, a Roma, per dibattere di “Un nuovo corso per l’Europa” alla presenza di Bernadette Ségol, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Etuc-Ces).Così mentre i sindacati europei rivendicano un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nei processi decisionali sia a livello nazionale che della unione per superare le politiche di austerità, i sindacati di base italiani hanno annunciato che saranno in piazza a Milano in occasione del summit per “contestare la politica recessiva della Ue, che impone austerity e rigore finanziario”.Ilaria Del Biondo