La nuova agenda europea sulla sicurezza e la cooperazione rafforzata dell'UE
18 giugno 2015
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In merito ai recenti attacchi terroristici e ai timori derivanti dal contesto geopolitico in Medio Oriente, la Commissione ha adottato un’agenda, in materia di sicurezza, per coordinare l’impegno degli Stati membri nella cooperazione contro ogni potenziale minaccia esterna ed interna al contesto europeo. Gli sforzi, in questa direzione, mirano a identificare le misure reali e gli strumenti concreti non solo nella lotta al terrorismo, ma anche contro ogni forma di criminalità organizzata e ogni pericolo inerente alle attività informatiche, indicando questi temi come le tre priorità dell’agenda per i prossimi cinque anni.
L’agenda realizza un impegno assunto negli orientamenti politici del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e dovrebbe garantire la sicurezza ed il confronto tra gli Stati membri sulle minacce più urgenti per il periodo 2015-2020, con lo scopo di salvaguardare i valori europei ed affrontare, in modo diverso, le problematiche transfrontaliere che i singoli Paesi non sono in grado di risolvere. Il sostegno dell’Unione Europea, in tal senso, permetterà una collaborazione più efficace nel prevenire le questioni più complesse e subdole del crimine internazionale, attraverso un’azione comune in grado di fare la differenza e una nuova strategia nella sicurezza che possa promuovere maggior fiducia reciproca, nonché una concreta cultura della tolleranza nelle realtà sempre più multietniche del continente europeo.
Lo spirito dell’agenda sulla sicurezza sembra che richiami una responsabilità di proteggere capace di intervenire, tempestivamente e con azioni preventive, sugli eventuali fenomeni latenti del crimine, individuandoli ed applicando le misure specifiche contro gli illeciti. Le azioni principali, previste dall’agenda, dovranno consentire un potenziamento della collaborazione ed un migliore scambio di informazioni tra le autorità competenti degli Stati membri, in particolare, nel settore finanziario e in piena collaborazione con Europol.
In merito agli obiettivi primari della Commissione europea, dunque, quest’ultima provvederà all’istituzione di un centro di raccolta delle informazioni per la lotta al terrorismo, attraverso l’ausilio di una rete di coordinamento, per combattere e prevenire la radicalizzazione e l’estremismo violento. A tale scopo, sarà essenziale provvedere per un quadro giuridico più coerente, in grado diprevenire gli attentati terroristici e intercettare coloro che finanziano il terrorismo o il crimine organizzato, adottando disposizioni legislative atte a migliorare le procedure di confisca dei beni derivanti dalle attività illecite. L’agenda, inoltre, pone in risalto la necessità di rafforzare le norme giuridiche in materia di armi da fuoco, affinché venga contrastato il traffico illegale e si giunga ad un quadro normativo comune nell’Unione Europea.
Nella fattispecie l’agenda europea sulla sicurezza aiuterà i servizi di polizia e le altre istituzioni nella trasparenza delle informazioni e nella cooperazione internazionale, al fine di utilizzare al meglio il valore aggiunto dato dalle attività di controllo dell’Unione Europea. Per lo scambio di informazioni, infatti, la Commissione europea si adopererà per inserire nuove opportunità di segnalazioni per promuovere il sistema d’informazione Schengen (SIS), insieme a quello della banca dati Interpol (SLTD).
Un ulteriore aspetto, sul quale l’agenda sulla sicurezza si sofferma, riguarda l’opportunità di creare un confronto diretto tra le principali società informatiche per ostacolare la propaganda terroristica sulle reti sociali on line e, di conseguenza, implementare gli strumenti di lotta alla criminalità informatica, rafforzando la giurisdizione competente e le relative norme di accesso al materiale probatorio proveniente dal web, affinché si possa superare ogni ostacolo alle indagini penali. Il rafforzamento delle capacità di Europol diventa, dunque, essenziale nella prospettiva di creare un centro europeo antiterrorismo in grado di poter coordinare gli sforzi delle autorità nazionali contro le attività terroristiche ed il finanziamento illecito.
Maggiore trasparenza e controllo si avrà, infatti, nel sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari (ECRIS), il quale già permette lo scambio d’informazioni cruciali in materia di sicurezza e attualmente è utilizzato da 26 Stati membri. La Commissione intende, in questo senso, ampliare le potenzialità del sistema ECRIS e renderlo in grado di raccogliere e trasmettere anche dati su cittadini di paesi terzi condannati nell’UE. Per il raggiungimento di risultati concreti, inoltre, sarà necessaria una cooperazione operativa, riguardante le attività di polizia, più attiva attraverso le squadre di investigative comuni (SIC), che riuniscono funzionari di polizia di vari Stati membri per la risoluzione di casi transfrontalieri. Al fine di promuovere la formazione e il cofinanziamento per la sicurezza, è stato istituito recentemente, per il periodo 2014-2020, il Fondo Sicurezza Interna (ISF) che dispone di un bilancio complessivo di circa 3,8 miliardi di euro e la Commissione intende disporre l’uso di tale fondo per le priorità previste dall’agenda. In particolare, l’attenzione è rivolta ad aggiornare le sezioni nazionali del sistema d’informazione Schengen e a rafforzare la cooperazione transfrontaliera.
L’intenzione che ha spinto la Commissione europea ad adottare, nell’agenda, una linea guida diversa per gli Stati membri, deriva dal bisogno di un approccio globale alla sicurezza, affinché si abbracci ogni settore strategico e in particolare: la giustizia, gli affari interni, gli affari finanziari, i trasporti e l’ambiente. La priorità consiste nel rendere gli strumenti disponibili atti ad una cooperazione giudiziaria e ad uno scambio di informazioni senza precedenti, per assicurare che le attività riguardanti la giustizia e gli affari interni siano poste sullo stesso piano delle altre politiche su cui l’Unione Europea concentra la sua attenzione.
L’Unione Europea ha stanziato, a tale scopo, dieci milioni di euro per contrastare l’estremismo violento che si sta diffondendo nel Sahel-Maghreb, nel Nord Africa, nel Medio Oriente e nei Balcani occidentali. Nell’ambito di questo programma, le aree indicate saranno interessate da un’assistenza tecnica per il supporto delle istituzioni locali ed il miglioramento nella prevenzione del terrorismo, con l’obiettivo di implementare la giustizia penale e le indagini.
Con il Trattato di Lisbona si è rafforzato il quadro giuridico per garantire la libertà e la sicurezza, così da poter individuare gli obiettivi strategici, di volta in volta, necessari per la tutela dei diritti fondamentali e del controllo democratico sulle politiche dell’Unione Europea. L’agenda per la sicurezza, nel nuovo quinquennio, delinea, così, un nuovo approccio condiviso, in grado di anteporre i principi di necessità, proporzionalità e legalità, i quali vengono assunti come linee guida per la tutela dei valori democratici. L’agenda, infatti, nel perseguire le tre priorità suindicate per i prossimi cinque anni, non tralascia il rispetto dei diritti fondamentali, intesi quest’ultimi come finalità strategiche coerenti e complementari.
La Commissione, in materia di sicurezza, libertà e giustizia, attuerà un dialogo politico con i parlamenti nazionali e presenterà, due volte l’anno, i risultati derivanti dall’attuazione dell’agenda. Nel corso dell’anno, infatti, sarà istituito un Forum consultivo sulla sicurezza dell’UE, che avrà l’obiettivo di riunire gli Stati membri, il Parlamento europeo, le agenzie dell’UE, la società civile, il mondo accademico e le imprese del settore privato, al fine di sviluppare indicatori di performance e migliorare la partecipazione.
Le novità dell’agenda sulla sicurezza si basano sulle strategie settoriali esistenti e vanno inquadrate in armonia con l’agenda europea sulla migrazione, la quale affronterà anche questioni inerenti alla sicurezza, partendo dal traffico di persone sino alla necessaria coesione sociale e alla gestione delle frontiere. Tutto ciò che, infatti, può riguardare la sicurezza interna dell’UE include, in verità, quella globale e le attività di protezione, interne ed esterne al contesto europeo, hanno successo attraverso la piena collaborazione con i partner internazionali. In questa direzione, Europol e Frontex svolgeranno un ruolo chiave nella prevenzione del terrorismo, pur garantendo l’efficacia degli accordi di Schengen alle frontiere.
Sotto il profilo della protezione dei dati, norme comuni consentiranno una migliore applicazione della legge e una cooperazione più attiva tra le autorità giudiziarie dei vari Paesi membri. Proprio in occasione dell’ultimo Consiglio Giustizia e Affari interni del 15 giugno 2015, infatti, è stato adottato un orientamento generale in materia, stabilendo norme adeguate all’era digitale e rafforzando il controllo della protezione dei dati personali, in particolare, in merito al trasferimento di dati al di fuori dell’Unione Europea.
La necessità di intervenire a tutela della sicurezza e della prevenzione, nel panorama europeo, attraverso nuove forme di controllo e di gestione della criminalità organizzata e del terrorismo, emerge chiaramente da una recente indagine di Eurobarometro. I cittadini europei risultano sempre più preoccupati per la loro sicurezza e sono consapevoli delle conseguenze che l’Europa può subire a causa dell’instabilità politica del Medio Oriente. Secondo le ultime analisi, in materia, divulgate dal report Eurobarometro 432, il terrorismo rappresenta il problema principale per la sicurezza nell’Unione Europea e la percentuale dei cittadini che lo sostengono è giunta al 49%, come dato odierno, rispetto ad una media del 33% rispetto al 2013.
Emerge, in definitiva, un quadro positivo al livello continentale, ma critico per alcuni Paesi. Le ideologie estremiste e l’instabilità politica delle regioni al di fuori dell’Unione Europea rappresentano potenziali minacce per l’86% dei cittadini europei intervistati, mentre solo il 69% include, nel fattore sicurezza, anche le questioni inerenti al cambiamento climatico e all’inquinamento, nonché altri fenomeni come la corruzione ed il riciclaggio di denaro. Se pur rimanga viva la fiducia nelle istituzioni e nei corpi di polizia, per ben due terzi degli intervistati, il terrorismo aumenterà nei prossimi tre anni, tuttavia, l’applicazione delle nuove tecnologie avrà un impatto positivo e potrà essere d’aiuto per garantire la sicurezza dei cittadini dell’UE.
Fabio D’Apollo
Per saperne di più:– Report Speciale Eurobarometro 432: l’atteggiamento dei cittadini europei riguardo alla sicurezza– Comunicazione della Commissione relativa all’agenda europea sulla sicurezza– Portale dell’Ufficio di Polizia Europeo – Europol