Si è riunito il 18 marzo scorso – giorno del quinto anniversario dell’annessione illegittima della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione Russa – il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea. Tornando nuovamente a pronunciarsi sulla questione, l’Alto Rappresentante Federica Mogherini e i Ministri degli Esteri hanno ribadito la posizione dell’Unione Europea, definendo illegale l’annessione, in quanto effettuata in violazione delle norme del diritto internazionale, ed esprimendo al contempo piena solidarietà con l’Ucraina e sostegno per la sovranità e l’integrità territoriale del Paese.Diversi i temi giunti sul tavolo dei Ministri degli Esteri, chiamati ad affrontare questioni di grande importanza ed attualità.Dopo una breve discussione sui principali temi di attualità concernenti i risultati della terza conferenza di Bruxelles Sostenere il futuro della Siria e della regione (nel corso della quale l’UE ha ribadito il proprio sostegno al processo politico sotto l’egida delle Nazioni Unite), i lavori in corso del gruppo di contatto internazionale per il Venezuela (Paese rispetto al quale i ministri degli esteri hanno manifestato la propria preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria), e la firma dell’accordo di pace nella Repubblica centrafricana, il Consiglio ha rivolto la propria attenzione alla Repubblica di Moldova.La Repubblica di Moldova, che negli ultimi anni ha intensificato i rapporti con l’UE aderendo nel 2009 alla EU’s Eastern Partnership e allo EU-Moldova Association Agreement, ha visto lo svolgimento delle elezioni parlamentari lo scorso 24 febbraio – elezioni rispetto alle quali, auspicando la formazione di un governo che rispecchi la maggioranza parlamentare emersa dalle urne, il Consiglio Affari Esteri ha sottolineato il principio di non interferenza. Si è inoltre confermata l’importanza del principio di condizionalità nell’erogazione dell’assistenza macrofinanziaria (strumento finanziario concepito per sopperire al fabbisogno eccezionale di finanziamenti esterni dei Paesi vicini all’UE): è necessario che il Paese si adoperi per la difesa dei principi democratici e dello Stato di diritto, nonché per l’attuazione del programma di riforme, pena l’interruzione dell’erogazione di aiuti finanziari, come di fatto avvenuto in Moldavia nel 2014/15 a seguito della scoperta di gravi frodi nel sistema bancario.Il Consiglio ha avuto uno scambio di opinioni generale sulla Cina e le sue relazioni con l’UE, in vista del vertice UE-Cina che si terrà a Bruxelles il 9 aprile 2019. I ministri degli esteri hanno posto l’accento sulla necessità di unità, solidarietà e coerenza nell’UE, per un dialogo produttivo con la Cina, definita nella comunicazione congiunta dell’Alto Rappresentante e della Commissione UE-Cina: Una prospettiva strategica, adottata il 12 marzo scorso, come un partner strategico per l’Unione Europea, con cui quest’ultima deve trovare un equilibrio di interessi. In particolare, i ministri ritengono che la cooperazione con la Cina debba essere approfondita nei settori del multilateralismo, dei cambiamenti climatici, della non proliferazione, nel mantenimento della pace e nella sicurezza regionale. L’accento è stato posto anche sul rispetto dei diritti umani, e sulla necessità di una maggiore reciprocità nei rapporti economici.Ultimo tema affrontato nel corso del Consiglio è la situazione in Yemen, dove nonostante gli accordi di Stoccolma di metà dicembre 2018 e la conseguente istituzione, da parte del Consiglio di Sicurezza ONU, di una missione politica delle Nazioni Unite composta da 75 osservatori il 16 gennaio 2019 (Risoluzione 2452), che avrebbero dovuto porre le basi per una pace duratura, la situazione umanitaria continua a degenerare. Ed è proprio rispetto alla grave situazione umanitaria che i ministri hanno manifestato preoccupazione, unitamente al pieno sostegno dell’UE all’inviato speciale delle Nazioni Unite Martin Griffiths, i cui sforzi sono volti a trovare una soluzione politica duratura, sostenibile, attuabile, inclusiva e negoziata.
Paola Costantini