Inoltre ci sono state tre sessioni parallele, anch’esse operative, in cui attori istituzionali e non, pubblici e privati, si sono confrontati per trovare possibili metodologie e soluzioni comuni in tre settori chiave per la macroregione:
riconciliare gli interessi confliggenti in uno spazio marittimo condiviso, cercare cooperazioni rafforzate nei settori dei trasporti e dell’energia, e infine adottare un approccio intelligente per una regione sostenibile e attrattiva. I risultati del confronto sono stati presentati nella giornata di chiusura e dovrebbero fungere da stimolo per gli attuatori della strategia.
Passando alle sessioni plenarie, che qui più rilevano, esse hanno riguardato nella prima giornata il tema di come fare della regione adriatico-ionica un’area resiliente e innovativa, in grado di affrontare efficacemente le sfide sociali ed economiche, mentre nella seconda giornata la questione di come liberare e valorizzare il potenziale della regione adriatico-ionica tenendo conto del valore aggiunto apportato dalla multi-level governance.
La parte declaratoria sostanziale, invece, può essere divisa in quattro macro-argomenti: crisi dei rifugiati e dei migranti, impegni futuri per reagire ai vuoti attuali, integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali nell’UE, ruolo e coinvolgimento degli stakeholders.Per quanto riguarda la questione dei rifugiati, pur non essendo competenza di EUSAIR, la Dichiarazione ha richiamato il principio di solidarietà che dovrebbe muovere l’Unione in tutte le sue componenti, ha espresso profonda preoccupazione sulle crisi dei profughi e dei migranti ancora in corso, ha invitato il Governing Board di EUSAIR a delineare percorsi concreti di azione relativi al sostegno che EUSAIR può fornire ai Paesi parti della strategia – soprattutto a Italia e Grecia – per rafforzare la loro resilienza di fronte a sfide epocali come queste, e infine ha incoraggiato tutti i programmi e le forme di cooperazione nazionale, regionale e territoriale finanziati dall’UE, oltre che i programmi di assistenza pre-adesione (IPA) a considerare come possono essere indirizzati nel fronteggiare queste crisi umanitarie, anche attraverso un possibile riequilibrio delle loro risorse a loro assegnate.
Per quanto riguarda gli impegni futuri, questi dovranno affrontare rapidamente ed efficacemente i problemi posti da alcune lacune attuative, e quindi: (a) i rappresentanti delle amministrazioni dei Paesi parti del Governing Board e dei Gruppi direttivi tematici dovranno essere debitamente autorizzati e dotati di potere al fine di prendere le decisioni; (b) dovranno essere messe a disposizione, da parte delle rispettive amministrazioni nazionali o regionali, risorse finanziarie, amministrative e tecniche ai coordinatori dei pilastri e ai membri dei Gruppi direttivi tematici per far sì che possano adempiere effettivamente ed efficacemente alle loro funzioni; (c) i livelli di governo sub-nazionali (regionali e locali) dovranno essere coinvolti nell’attuazione di EUSAIR per riflettere l’approccio proprio della multi-level governance, caratteristico di queste strategie.
Con riferimento al terzo grande argomento della Dichiarazione, ossia il percorso di integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali nell’UE, il documento riconosce che diversi processi, organizzazioni e iniziative hanno l’obiettivo ultimo di accelerare l’integrazione nell’Unione dei Paesi balcanici attualmente esclusi e che sono o candidati o candidati potenziali all’adesione. In questo quadro la Dichiarazione sottolinea l’importanza del c.d. “Processo di Berlino”, ossia la Conferenza degli Stati dei Balcani occidentali tenutasi per la prima volta nella capitale tedesca il 28 agosto 2014 su precisa volontà del Cancelliere Angela Merkel a cui hanno partecipato tutti i paesi extra-UE di EUSAIR, quindi Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia, più Kosovo e Repubblica di Macedonia, oltre che Slovenia, Croazia, Germania, Austria e rappresentanti dell’Unione. Lo scopo principale di questo dialogo ad alto livello è il futuro allargamento dell’Unione e i relativi processi di integrazione dei paesi balcanici non ancora membri, fare il punto della situazione sui piccoli progressi di Bosnia-Erzegovina e Macedonia, fornire un ulteriore quadro politico per lo sviluppo di cooperazioni nel campo degli investimenti economici e delle infrastrutture nel sud-est Europea e le relazioni della Serbia con la Russia alla luce delle sanzioni internazionali decise nel 2014 a seguito della crisi in Ucraina. I prossimi appuntamenti relativi al “Processo di Berlino” sono in programma quest’anno a Parigi e l’anno prossimo a Roma.
Infine, per quanto riguarda il ruolo e il coinvolgimento di tutti gli attori della strategia, la Dichiarazione chiede alle strutture di governance di EUSAIR, nell’attuazione del piano d’azione della stessa, di tenere in considerazione tutte le attività intraprese dai paesi partecipanti per l’individuazione di progetti di comune interesse che migliorino la cooperazione regionale in generale e, in particolare, l’interconnettività regionale, il collegamento tra i giovani, l’avanzamento dello sviluppo economico e il rafforzamento della partecipazione della società civile. Inoltre si evidenzia il bisogno di far crescere la consapevolezza e la responsabilità circa gli obiettivi di EUSAIR e la sua concreta attuazione tra gli stakeholders transnazionali, nazionali, regionali e locali, come la società civile stessa, le università e la comunità imprenditoriale, e, in tal senso, sarebbe importante creare una piattaforma permanente attraverso la quale queste entità possano confrontarsi, scambiarsi informazioni e buone pratiche, e via dicendo. A tal fine è fondamentale che il Segretariato permanente dell’IAI collabori sempre più strettamente con i consessi della società civile di EUSAIR, sfruttando al massimo, ad esempio, le reti e i clusters che si sono formati all’interno dell’Iniziativa come il network di università della regione adriatico-ionica denominato UNIADRION, i Parlamenti nazionali (che nel contesto dell’IAI trovano un punto di raccordo nella figura del Presidente dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati parti), il forum della città costiere e il forum delle Camere di Commercio.
Luigi D’Ettorre