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Consiglio Affari Esteri, 18 febbraio: sul tavolo dei Ministri degli Esteri le complesse realtà di Ucraina, Corno d’Africa, Siria e Venezuela

20 February 2019
Categoria: Affari esteri,

Il 18 febbraio 2019 si è tenuto a Bruxelles un importante incontro del Consiglio Affari Esteri, che ha visto i Ministri degli Esteri dei Paesi UE impegnati nella trattazione di temi particolarmente rilevanti.Temi di attualità. – L’incontro si è aperto con una discussione su temi di attualità, quali la situazione nella Repubblica del Congo e nella Macedonia del Nord. I Ministri degli Esteri accolgono con favore l’entrata in vigore dell’Accordo di Prespa, siglato da Grecia e Macedonia, ed entrato in vigore il 25 gennaio scorso a seguito della ratifica da parte del Parlamento greco. L’accordo, che chiude una disputa iniziata nel 1991, sancisce la nascita di un nuovo Stato a sud dei Balcani, la Repubblica della Macedonia del Nord.

Corno d’Africa. – Il Consiglio ha discusso la situazione nella regione africana, oggetto di uno storico accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, siglato il 16 settembre 2018 a Gedda (Arabia Saudita), e anticipato da una dichiarazione congiunta di pace e amicizia tra i due Paesi coinvolti. L’accordo di pace avvia un percorso di normalizzazione dei rapporti, ponendo fine allo stato di guerra in vigore dal 1998 per la demarcazione dei confini. Riaffermando la necessità del coinvolgimento dell’UE nel favorire la riconciliazione e l’integrazione economica, il Consiglio ha riconosciuto la presenza di sfide importanti ancora da affrontare, come la sicurezza in Somalia, la tutela dei diritti umani e la questione migratoria.Ucraina. – Il Consiglio ha posto l’accento sul processo di riforme in atto, nonché sulla sicurezza e la situazione umanitaria nella zona orientale del Paese e sul Mare d’Azov, ribadendo la ferma condanna all’annessione – ritenuta illegittima – della Crimea e di Sebastopoli. L’attenzione è stata posta, in particolare, sulle prossime elezioni parlamentari e presidenziali, per le quali una missione dell’OSCE verrà inviata nel Paese per monitorare lo svolgimento delle stesse. È stato altresì rinnovato l’appello per la liberazione dei marinai ucraini ancora detenuti, così come quello per la restituzione delle imbarcazioni sequestrate, e per il ripristino del libero passaggio di tutte le navi attraverso lo Stretto di Kerch, unico passaggio dal Mar Nero al Mare d’Azov.Siria. – I ministri hanno discusso la situazione nel Paese, ribadendo il supporto alle Nazioni Unite e al processo di pace guidato dall’ONU, che rimane la chiave per l’attuazione della Risoluzione 2254 adottata dal Consiglio di Sicurezza nel 2015, concernente la necessità di una efficace transizione politica siriana, che possa dare stabilità al Paese nel lungo periodo. Il Consiglio si è inoltre occupato della preparazione della conferenza “Bruxelles 3 – Supporting the future of Syria and the region”, che si terrà il 12-14 marzo, che rimane il punto chiave per la mobilitazione della Comunità internazionale al fianco del popolo siriano. La conferenza, organizzata congiuntamente da UE e Nazioni Unite, verterà sulla situazione umanitaria in Siria, con lo scopo di mobilitare non solo aiuti umanitari, ma anche supporto politico al processo di instaurazione della pace guidato dalla Nazioni Unite. La conferenza avrà inoltre un focus sul ruolo della società civile e delle donne.Venezuela. – La discussione sul Venezuela si è sviluppata intorno al primo incontro del Gruppo di contatto internazionale sul Venezuela, tenutosi a Montevideo il 7 febbraio scorso e sulla missione a Caracas guidata da Unione Europea e Uruguay. Quest’ultima sarà impegnata nel fornire supporto per una risoluzione democratica e pacifica della crisi, soprattutto attraverso nuove elezioni presidenziali, dal momento che l’UE ritiene che quelle tenutesi nel maggio del 2018 non siano state libere, giuste e democratiche. Il Gruppo di contatto, invece, formato dall’UE e da 8 Stati membri (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Olanda, Svezia e Regno Unito) e da 4 Paesi dell’America Latina (Bolivia, Costa Rica, Ecuador e Uruguay), mira a contribuire alla creazione delle condizioni necessarie per un processo politico e pacifico che permetta al popolo venezuelano di determinare il proprio futuro, nel pieno rispetto della Costituzione.

Paola Costantini

 
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