Il 2 dicembre 2015 la Commissione Europea, con la Comunicazione “Closing the loop - An EU action plan for the circular economy” (COM(2015) 614/2) ha proposto una serie di misure per incentivare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare, al fine di rafforzarne la competitività a livello mondiale e stimolarne la crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro. Tale iniziativa è supportata dalle azioni previste dalla strategia Europa 2020 nella flagship “A resource-efficient Europe” ed è coerente con impegni assunti nell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030, in particolare al Goal 12 (Ensure sustainable consumption and production patterns).L’attuale modello di produzione, basato sul procedimento lineare del “prendi, trasforma, usa e getta” (come definito dal vicepresidente della Commissione F. Timmermans), non risulta più adattabile alle esigenze delle società moderne nell’era della globalizzazione. Sarà difficile in futuro gestire il crescente fabbisogno alimentare e industriale di tutta la popolazione, sia per scarsità di risorse economiche sia per esaurimento dei fattori produttivi. È necessario sfruttare in modo ottimale le risorse in proprio possesso, fin quanto la loro utilità non si sarà esaurita completamente. L’introduzione di un nuovo assetto per il sistema economico, fondato sui principi dell’economia circolare, permetterà di aumentare il valore dei prodotti e dei materiali, favorendo il riutilizzo delle risorse già impiegate in altri processi produttivi per la realizzazione di nuovi output meno costosi e più sostenibili. Si potrà, così, trarre il massimo valore da materie prime, prodotti e rifiuti, promuovendo risparmi di energia e riduzioni di emissioni di gas a effetto serra. Il modello presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona l’intera filiera economica. Riuscire a dipendere sempre meno dalle materie prime, particolarmente scarse in Europa, può garantire un aumento del vantaggio competitivo di costo a livello di singolo agente economico e a livello aggregato nazionale e macro-regionale, oltre a ridurre considerevolmente lo sviluppo di esternalità negative. Inoltre, si favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro: la Commissione prevede un risparmio per le imprese di circa 600 miliardi di euro, pari all’8% del loro fatturato annuo e un conseguente aumento degli occupati di 580.000 unità.Le misure indivuduate dalla Commissione fungeranno da ”anello mancante” in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla produzione (production) e il consumo (consumption) fino alla gestione dei rifiuti (waste management) e al mercato per le materie prime secondarie (from waste to resources). In alcune aree specifiche, quali il settore della plastica, gli sprechi alimentari, le materie prime essenziali, la costruzione e la demolizione, la biomassa e i bio-prodotti, il piano prevede un certo numero di azioni mirate alle barriere in entrata e in uscita di tali mercati, poichè considerati più sensibili.È stato diffuso anche un allegato alla Comunicazione adottata che comprende un calendario preciso per le azioni proposte e un piano per monitorarne i risultati.ProduzioneLa fase delle produzione è uno dei canali di primaria importanza per lo sviluppo dell’economia circolare. Intervenire ex-ante, migliorando la progettazione del prodotto, è fondamentale per consentire la fabbricazione di prodotti più facili da riparare o più durevoli, e facilitare lo smontaggio e il riciclaggio degli stessi. Le azioni proposte dalla Commissione sono, dunque, volte a:
ConsumoLe scelte di consumo rappresentano il veicolo principale per l’imposizione del modello di economia circolare. Queste scelte dipendono dalle informazioni a disposizione dei consumatori, che spesso sono disomogenee e talvolta falsate. La Commissione si è proposta di lavorare per definire un sistema di etichettatura più veritiero possibile, che possa permettere al consumatore di scegliere quei prodotti a minore impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita, e per favorire la commercializzazione di prodotti con basso grado di obsolescenza programmata. Al contempo si vuole educare il consumatore al riutilizzo delle proprie risorse domestiche.Gestione dei rifiutiPer agevolare il passaggio a un'economia più circolare la Commissione ha presentato anche delle proposte di modifica alle direttive sui rifiuti già esistenti (2008/98/EC; 94/62/EC; 1999/31/EC; 2000/53/EC; 2006/66/EC; 2012/19/EU). Gli elementi chiave delle modifiche comprendono:
Conversione dei rifiuti in risorse (materie prime secondarie)L’azione sull’ultimo step del ciclo produttivo riguarda la reimmissione dei rifiuti nel sistema. Esistono importanti ostacoli all’utilizzazione delle materie prime secondarie nell’economia spesso per l'incertezza della loro composizione. La Commissione intende:
Per l’implementazione del piano, la Commissione ha previsto di utilizzare i finanziamenti provenienti da Horizon 2020 per oltre 650 milioni di euro, dai fondi strutturali e dal Fondo per gli investimenti strategici (FEIS) ed ha ribadito la necessità di coinvolgere le parti sociali a più livelli, dai governi degli Stati membri ai cittadini.Cristiana FiorelliPer saperne di più:Comunicazione — L'anello mancante: Piano d'azione dell'UE per l'economia circolare Allegato della comunicazione sull'economia circolareProposta di direttiva sui rifiutiProposta di direttiva sui rifiuti da imballaggioProposta di direttiva sulle discaricheProposta di direttiva sui rifiuti elettrici ed elettronici